venerdì 6 dicembre 2013

MOLARITA'- MOLALITA'- NORMALITA' !

La moralità o concentrazione molare ( M ) esprime il numero di moli (n) di soluto contenute in un litro di soluzione.



La molalità o concentrazione molale (m) è il numero di moli (n) di soluto contenute in un kg di solvente.


La normalità o concentrazione normale (N) di una soluzione è il numero di equivalenti di soluto (n eq) contenuti in un litro  di soluzione.




CHE COS'E' UNA SOLUZIONE?

Si definisce soluzione un miscuglio a due o più componenti le cui particelle, che hanno dimensioni inferiori a 1 nm, sono uniformemente distribuiti in tutto il volume che occupano.
Le soluzioni possono essere solide, liquide, aeriformi.
- Sono soluzioni solide le leghe metalliche, formate da un miscuglio omogeneo di due o più metalli realizzato allo stato fuso e poi solidificato.
- Sono soluzioni liquide i miscugli omogenei di solidi,liquidi,gas in un liquido.
- Sono soluzioni aeriformi tutti i miscugli di gas.
Una soluzione è sempre formata per l'appunto da un solvente e da un soluto.
Il solvente, in genere, è quello presente nella soluzione in quantità maggiore. Tra soluto e solvente si stabiliscono delle interazioni così spiccate che ogni data soluzione presenta caratteristiche proprie, diverse da quelle dei componenti, e variabili a seconda della composizione.
Una soluzione può essere anche satura o soprasatura. Si dice che una soluzione è satura quando è in equilibrio col proprio soluto indisciolto, una soluzione invece è soprasatura quando riesce a contenere  una quantità di soluto superiore a quella dell'equilibrio.

giovedì 14 novembre 2013

CI VUOLE UN PO' DI FANTASIA!

Non è un compito da fare,
ma ho voglia di inventare.
Il nostro professore,
da noi ascoltato
e da qualcuno anche elogiato,
ci ha detto di studiare
qualche roccia e minerale.
La verifica è stata fatta,
e per me è stata una gran disfatta!!
Un bel 3 mi sono presa,
ma non è una gran sorpresa,
cercherò di recuperare
con il blog, che non è niente male!
Spero nella roccia magmatica
di essere più fortunata,
più di 3 prenderò
massi dai ce la farò!!
Il mio rapporto con la scienza 
è ormai conflittuale
ma chi vincerà il duello finale?  


mercoledì 13 novembre 2013

MAGMA BASALTICO E GRANITICO

La temperatura della Terra aumenta di circa 30°C ogni chilometro di profondità.
Nell'astenosfera, che è situata tra i 100 e i 250 chilometri circa, la temperatura è sufficientemente alta da far fondere la roccia: si ha quindi la formazione del magma. In questo ambiente, sono tre le condizioni che incidono sulla formazione del magma.
  • aumento della temperatura
  • diminuzione della pressione litostatica 
  • contatto con l'acqua
Il raffreddamento e la diminuzione di pressione hanno così effetti opposti sul magma: il raffreddamento tende a farlo solidificare, mentre il decremento di pressione tende a farlo restare allo stato fuso.
Il comportamento del magma può dipendere anche dalla sua composizione chimica. Il magma basaltico di solito risale fino in superficie per eruttare da un vulcano, mentre il magma granitico di solito solidifica all'interno della crosta terrestre.
Il magma granitico è composto per il 70 % circa di silice mentre quello basaltico ne contiene solo il 50 %. Inoltre il magma granitico contiene il 10 % di acqua mentre quello basaltico solo l'1-2 %.


venerdì 25 ottobre 2013

CHE COSA SONO I SILICATI?

I silicati sono quei minerali che contengono come anioni gli ioni silicati.
L'unità fondamentale del reticolo cristallino dei silicati è lo ione silicato SiO4 4-.
I silicati sono classificati in base alla disposizione dei tetraedri nello spazio.
Si possono distinguere 7 gruppi principali di silicati:

- NESOSILICATI
- SOROSILICATI
- CICLOSILICATI
- INOSILICATI ( a catena singola e a catena doppia)
- FILLOSILICATI
- TETTOSILICATI  

Nei  nesosilicati nessun atomo di ossigeno funge da ponte tra tetraedri adiacenti. I nesosilicati hanno colore scuro ed elevata densità.

Nei sorosilicati i tetraedri formano coppie che condividono un vertice.

Nei ciclosilicati tre o più tetraedri formano una struttura anulare grazie alla condivisione di due vertici ciascuno.

Gli inosilicati possono essere a catena singola nei quali ciascun tetraedro condivide due atomi di ossigeno con due tetraedri adiacenti oppure possono essere a doppia elica nei quali tetraedri condividono alternativamente due atomi e tre ossigeno con i tetraedri adiacenti.

Nei fillosilicati  ciascun tetraedro condivide tre atomi di ossigeno con tre tetraedri adiacenti.

Nei tettosilicati ogni atomo di ossigeno fa da ponte tra due tetraedri. I tettosilicati hanno colore chiaro e densità minore.
In base alle loro caratteristiche chimiche e fisiche possiamo suddividere i silicati in due grandi categorie: i minerali mafici e i minerali felsici.

giovedì 24 ottobre 2013

LA SCALA DI MOHS

La scala di Mohs è un criterio utilizzato per valutare la durezza dei minerali. Prende il nome dal mineralogista tedesco Friedich Mohs, che la ideò nel 1812.
Essa assume come riferimento la durezza di dieci minerali numerati progressivamente da 1 a 10, tali che ciascuno è in grado di scalfire quello che lo precede ed è scalfito da quello che lo segue.
Il primo minerale della serie è il talco, l'ultimo il diamante. Questa scala fornisce un valore indicativo della durezza, in quanto la differenza reale di durezza tra due minerali successivi varia anche notevolmente.
L'utilità della scala di Mosh si basa sul fatto che si possono utilizzare i minerali di durezza conosciuta per determinare la durezza relativa degli altri minerali presi in esame.


CHE CATASTROFE!!!!

Astrofisici e geofisici hanno proposto differenti modelli su come sia variata la temperature interna della Terra dopo la sua nascita.
Ma tutti sono giunti alla stessa conclusione : a causa della disintegrazione radioattiva, la temperatura interna del pianeta andò continuamente aumentando.
Dopo un periodo stimato tra 300 milioni e un miliardo di anni dalla agglomerazione iniziale della Terra sarebbe stata raggiunta la temperatura di fusione del ferro, a una profondità di 400/ 800 kilometri.
Una volta iniziata la fusione, il ferro, a causa della sua elevata densità iniziò a sprofondare verso il centro della Terra sotto forma di grandi gocce, spostando i materiali più leggeri che vi si trovavano.E' la cosiddetta catastrofe del ferro.
Quando il ferro cominciò a fondere la Terra subì una profonda riorganizzazione interna che la trasformò da corpo omogeneo in corpo stratificato.
Infatti quasi un terzo della primordiale massa della Terra si addensava al centro a costituire un nucleo a base di ferro, i materiali più leggeri migravano verso l'esterno, raffreddandosi e formando la crosta primitiva.
la parte restante,situata tra il nucleo e la crosta e avente caratteri fisico-chimici intermedi, è denominata mantello.

lunedì 26 agosto 2013

VITA DI GALILEO - BRECHT

Il libro la vita di galileo è un opera teatrale di Bertolt Brecht, di cui esistono numerose versioni e revisioni.
Il libro parla soprattutto della figura di Galileo dando particolare attenzione al processo dell'inquisizione e all' abiura dello scienziato.
E' ambientato nel 1609 quando Galileo ha già compiuto vari esperimenti  riguardo al rivoluzionario sistema copernicano.
Inoltre Galileo ha scoperto il vero uso del cannocchiale, ovvero quello di studiare e visionare oggetti e pianeti lontanissimi dal luogo su cui è puntato.
Grazie al cannocchiale Galilei ha compreso il modo in cui si muove e agisce l'Universo e soprattutto ha dichiarato la veridicità della posizione del Sole anzichè la Terra, come affermavano molti filosofi come Aristotele.
Tuttavia il periodo in cui Galileo si rivela più prolifico è segnato dagli eventi della Santa Inquisizione la quale cerca di impedire alle nuove teorie proposte dai rivoluzionari come Copernico o Keplero, in quanto mettono in discussione la reale esistenza di Dio e di Gesù.
Così quando Galileo pubblica il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, il papa Urbano VIII convoca immediatamente un concilio a Roma con imputato lo stesso Galilei.

E' un libro molto interessante e per niente difficile da leggere e da capire , lo consiglio a chiunque sia interessato all'astrologia.


venerdì 16 agosto 2013

RECENSIONE BLOG POPINGA

Popinga è un blog creato da Marco Fulvio Barozzi .
Barozzi è laureato in scienze geologiche e ora è professore di matematica e scienze in un centro di Formazione Professionale.
Nel blog Popinga si occupa di rapporti tra scienza e letteratura.
E' un blog ricco di informazioni che vanno dalla poesia alla chimica sempre accompagnati da un immagine significativa e video interessanti, ma non mancano anche notizie riguardanti mostre o lavori  fatti dai suoi colleghi.
Il blog viene spesso aggiornato e permette anche di conoscere e riflettere utilizzando semplici poesie.
Durante l'anno scolastico è stato molto utile per il mio blog. Infatti prima di pubblicare un post o aggiornarlo consultavo Popinga per vedere se vi erano delle notizie interessante da condividere.
Consiglierei l'utilizzo di questo blog per chiunque vorrebbe creare un proprio sito o per chi si interessa alla letteratura ma anche alle scienze

POPINGA

venerdì 31 maggio 2013

G.H. HARDY E W. WEINBERG

G.H. Hardy
W. Weinberg
Nel 1908, il matematico britannico Hardy e il medico tedesco Weinberg dimostrarono come la ricombinazione genetica, che si verifica negli organismi diploidi a ogni generazione, non modifica di per sé la composizione globale del pool genetico.
Il concetto di equilibrio di Hardy-Weinberg è la chiave di volta della genetica di popolazione.
La relativa equazione descrive una situazione modello in cui le frequenze alleliche rimangono costanti da una generazione all'altra e le frequenze genotipiche sono ricavabili da quelle alleliche.
Per dimostrare ciò esaminarono il comportamento degli alleli in una popolazione ideale,caratterizzata dalle seguenti condizioni:

  • non si verificano mutazioni significative ;
  • non deve esserci flusso genetico ( non devono verificarsi fenomeni di immigrazioni o emigrazioni);
  • la popolazione deve essere di grandi dimensioni;
  • l'accoppiamento tra individui di sesso diverso è casuale; 
  • tutti gli alleli hanno lo stesso successo riproduttivo, i discendenti di tutti gli accoppiamenti possibili hanno uguali probabilità di sopravvivere e riprodursi a loro volta.

                                                                    FONTI : sito zanichelli , libro di biologia e google immagini.

lunedì 27 maggio 2013

LA GENETICA DI POPOLAZIONI

Per studiare meglio i processi evolutivi su basi genetiche si ritenne opportuno non considerare più solo l'evoluzione dei singoli individui, ma spostare le ricerche a un livello di organizzazione superiore, ossia quello di popolazione.
Una popolazione è definita come un gruppo di organismi della stessa specie che si riproducono tra loro in un certo spazio e in un determinato periodo di tempo.
Tutti gli alleli di tutti i geni nei vari individui di una popolazione formano nel loro insieme il pool genetico.
Gli scienziati che studiano l'evoluzione delle popolazioni non sono interessati a esaminare il patrimonio genetico di un singolo individuo,che possiede temporaneamente solo un piccolo campione del pool genetico,ma ad analizzare il pool genetico nel suo complesso,i suoi cambiamenti nel tempo e, in particolar modo,le forze che li producono.
Questo approccio allo studio delle popolazioni è una delle conseguenze della sintesi tra la teoria di Darwin e le leggi della genetica di Mendel; da tale sintesi è nata una nuova parte della biologia, la genetica di popolazioni, che ha come argomento centrale lo studio della variabilità genetica.
Gli scienziati che se ne occupano studiano quante differenti forme alleliche sono presenti all'interno di una popolazione e in che modo esse si originano e si modificano nel corso delle generazioni.
Le ricerche di genetica di popolazioni mettono poi in relazione la variabilità genetica con la varietà di fenotipi.
Nelle popolazioni naturali alcuni alleli aumentano di frequenza da una generazione a un'altra  e altri diminuiscono. Se un individuo possiede nel suo genotipo una combinazione di alleli favorevole ,egli ha maggiori probabilità di sopravvivere e di riprodursi; di conseguenza ,i suoi alleli hanno maggiore probabilità di essere presenti in proporzione crescente  nella generazione successiva.
Se,invece, la combinazione degli alleli  non è favorevole, l'individuo ha minori probabilità di sopravvivere e di riprodursi, e la presenza dei suoi alleli nella generazione successiva risulterà ridotta o assente.

                                                                        FONTI : Wikipedia,libro di biologia e google immagini

venerdì 24 maggio 2013

IL DALTONISMO

Il daltonismo consiste nell'incapacità di percepire in modo corretto alcuni colori, come il rosso e il verde.
I geni che codificano per i pigmenti sensibili alla luce rossa e verde sono entrambi posti sul cromosoma X. Se una persona di sesso maschile ha un gene difettoso per il riconoscimento del colore verde, non potrà distinguere il verde dal rosso; viceversa, un difetto del gene per il riconoscimento del colore rosso fa apparire il rosso come verde.
Le femmine eterozigote hanno una visione normale, mentre quelle omozigoti recessive per il daltonismo, avendo entrambi i cromosomi X portatori di alleli difettosi, manifestano la malattia.
Vi sono diverse forme di daltonismo come la protanopia e la tritanopia.




                                                                                     FONTI : Wikipedia , libro di biologia, google 
                                                                                                   immagini e Youtube

THOMAS HUNT MORGAN

Thomas Hunt Morgan fu il primo scienziato che si accorse che i geni che si trovano sui cromosomi sessuali portano informazioni ereditarie che sembrano non seguire le leggi mendeliane; si parla in questo caso di caratteri legati al sesso.
Con un eccezionale combinazione di intuito e fortuna, Morgan scelse il moscerino della frutta Drosophila melanogaster  come modello: tra i numerosi vantaggi dell'utilizzare questi insetti ci sono non solo la possibilità di tenerli in semplici bottiglie e la facilità con cui si riproducono, ma anche il fatto che presenta solo 4 paia di cromosomi.
Una delle più vistose e importanti caratteristiche dei moscerini della frutta è il colore rosso brillante degli occhi; un giorno comparve nella colonia un mutante: un moscerino dagli occhi bianchi.
Il mutante,un maschio, fu incrociato con una femmina con gli occhi  di colore rosso: il fenotipo occhi bianchi sembrava essere recessivo.
Sulla base di questi esperimenti Morgan e i suoi collaboratori formularono la seguente ipotesi: il gene per il colore degli occhi è presenti solo sul cromosoma X.
Infatti il cromosoma Y del moscerino maschio porta pochissime informazioni genetiche. Una femmina eterozigote perciò ha sempre gli occhi rossi e questa è la ragione per cui non c'erano femmine con gli occhi bianchi nella  seconda generazione. Invece, un maschio con cromosoma X che possiede l'allele "occhi bianchi" dovrà sempre avere gli occhi bianchi dal momento che non è presente nessun altro allele.

                            FONTI : libro di biologia

WALTER SUTTON

Nel 1902, il biologo statunitense Walter Sutton stava studiando la produzione dei gameti nei maschi di cavalletta e osservò che nelle cellule diploidi i cromosomi sembravano essere raggruppati in coppie.
Sutton fu colpito dal parallelismo fra le sue osservazioni e la legge di Mendel sulle segregazione. Da questo confronto emerse con chiarezza l'ipotesi che i cromosomi fossero i portatori  dei geni e che i due alleli di ogni geni si trovassero sui cromosomi omologhi. Sutton suppose inoltre inoltre che gli alleli rimanessero sempre indipendenti e fossero separati nella meiosi.
Sutton ritenne che la terza legge di Mendel ( dell'assortimento indipendente) poteva essere giusta,ammesso che rispettasse un'importante condizione: che i geni non fossero situati sulla stessa coppia di cromosomi omologhi.
Grazie all'osservazione di Sutton si arrivò a dire che i cromosomi di ogni coppia,tranne una , sono uguali tra loro sia nei maschi che nelle femmine e sono detti autosomi.
I cromosomi della coppia che fa eccezione sonno invece uguali fra loro solo in uno dei due sessi: i cromosomi di questa coppia sono detti cromosomi sessuali.
Nei mammiferi e in molti altri gruppi di animali, è la femmina ad avere i due cromosomi sessuali uguali: essi sono detti per convenzione cromosomi X e la femmina risulta perciò XX.
I cromosomi sessuali del maschio sono costituiti da un cromosoma X e da un cromosoma Y molto più piccolo perciò i maschi di queste specie sono indicati con XY.
Quando per meiosi si formano i gameti, nei maschi metà degli spermatozoi possiede un cromosoma X e metà cromosoma Y, mentre tutti i gameti prodotti dalla femmina presentano il cromosoma X.
                                                         
                                                            FONTI: libro di biologia e google immagini

EPISTASI E EREDITA' POLIGENICA

Oltre alle interazioni che avvengono tra alleli diversi dello stesso gene,si hanno anche interazioni tra alleli di geni differenti.
In realtà, la maggior parte delle caratteristiche,sia strutturali sia chimiche,che costituiscono il fenotipo di un organismo è il risultato dell'interazione tra 2 o più geni distinti.
Talvolta,quando un carattere è influenzato da due geni diversi, può apparire un fenotipo del tutto nuovo. In altri casi invece l'interazione genetica non produce alcun nuovo fenotipo, ma un gene può interferire con un altro mascherandone gli effetti. Questo tipo di interazione è detta epistasi.

Alcuni caratteri,come la statura,il colore della pelle,il tasso metabolico e il comportamento, non sono il risultato di interazioni tra geni, ma l'esito complessivo degli effetti combinati di molti geni; questo fenomeno è detto eredità poligenica.
Se si riportano su un grafico le differenze riscontrate fra più individui per un carattere su cui agiscono più geni si ottiene una curva a campana.




                                                                                  FONTI: libro di biologia e google immagini

martedì 14 maggio 2013

MENDEL: CHE IMBROGLIONE!!!!! ;)

Nel 1936 Ronald Fisher dimostrò che Mendel aveva manipolato i risultati delle sue ricerche per farle aderire meglio all'ipotesi che doveva dimostrare: l'ipotesi era corretta ma Mendel aveva imbrogliato affinchè fosse veritiera.
Ciò si venne a sapere quando ormai l'ipotesi di Mendel s'era già rilevata corretta da qualche tempo. Ma ebbene si Mendel ha imbrogliato.
Ci vollero 35 anni per capire che la sua teoria era giusta, ma che l'aveva dimostrata manipolando un po' i risultati.




FONTI: google immagini, sito internet di cui non ricordo il nome :P

GRUPPO SANGUIGNO

Il gruppo sanguigno è una delle numerose caratteristiche di un individuo.
Negli esseri umani i 4 principali gruppi sanguigni sono determinati dalle combinazioni dei 3 alleli di un unico gene. Gli alleli A e B sono codominanti, mentre l'allele 0 è recessivo ; così, gli individui con gruppo sanguigno di tipo A hanno o due alleli A oppure un allele A e uno 0, e i loro globuli rossi portano il polisaccaride A.
Il fenotipo è dato da particolari polisaccaridi, chiamati appunto A e B, che si trovano sulla superficie dei globuli rossi; nel plasma inoltre sono presenti particolari proteine dette anticorpi.   



I GRUPPI SANGUIGNI
  • IL GRUPPO A ha sui globuli rossi la presenza dell'antigene A ed è suddiviso in due gruppi: A1 e A2. Essi possono ricevere sangue di gruppo sia A sia 0, ma non di gruppo B o AB.
  • IL GRUPPO B è invece caratterizzato dalla presenza dell'antigene B. Possono ricevere sangue di gruppo sia B sia 0,ma non possono ricevere sangue di gruppo A o AB.
  • IL GRUPPO 0 non possiede attività antigenica e il plasma sanguigno possiede entrambe le agglutinine anti-A e anti-B. Possono ricevere sangue solo dal gruppo 0,ma possono donare sangue a chiunque,indipendentemente dal gruppo sanguigno.ù
  • IL GRUPPO AB presenta entrambi gli antigeni A e B sui globuli rossi. Possono ricevere sangue da qualunque donatore.
                                                                              FONTI : libro di biologia, Wikipedia

LA DOMINANZA INCOMPLETA E LA CODOMINANZA

A mano a mano che gli studi di genetica procedevano, divenne chiaro che le caratteristiche dominanti e recessive non sono sempre così nette come quelle dei sette caratteri studiati da Mendel nella pianta di pisello.
Talvolta alcune caratteristiche sembrano mescolarsi: ad esempio, incrociando una pianta di bocca di leone con fiori rossi con un'altra con fiori bianchi si producono eterozigoti di colore rosa.
Questo fenomeno, in cui il fenotipo dell'eterozigote mostra caratteristiche intermedie tra quelle dei due omozigoti, è detto dominanza incompleta, ed è il risultato degli effetti combinati dei prodotti genici.
In altri casi,viceversa, gli alleli possono manifestare il fenomeno della codominanza, con organismi eterozigoti che non mostrano fenotipi intermedi, ma esprimono contemporaneamente entrambi i fenotipi eterozigoti.

                                          FONTI: libro di biologia e google immagini  

HUGO DE VRIES

Nel 1902 un biologo olandese Hugo de Vries rese noti i risultati dei suoi studi, relativi all'ereditarietà mendeliana, che aveva condotto su una pianta chiamata rapunzia a grandi fiori.
La trasmissione ereditaria dei caratteri in questa pianta sembrava seguire un modello ordinato e prevedibile come nella pianta di pisello. A volte però appariva un carattere che non era presente in nessuno dei due genitori nè in alcun antenato di quella particolare pianta.
De Vries ipotizzò che tali caratteri comparissero in seguito a improvvisi cambiamenti avvenuti nei geni e che le caratteristiche determinate da un gene modificato fossero poi trasmesse come ogni altro carattere ereditario.
Egli chiamò tali bruschi cambiamenti ereditari mutazioni e gli organismi che li presentavano furono detti mutanti.
Le mutazioni possono essere vantaggiose e svantaggiose per l'organismo che lo porta.
Una mutazione è favorevole se avvantaggia la specie, invece tra le mutazioni sfavorevoli,che sono cioè uno svantaggio per la specie, ci sono quelle che causano alcune malattie umane.


                  FONTI : libro di biologia

lunedì 13 maggio 2013

LE TRE LEGGI DI MENDEL

Utilizzando le piante di pisello, Mendel incrociò tra loro due linee pure, cioè piante che conservano sempre gli stessi caratteri da una generazione all'altra senza che comparissero caratteri nuovi.
Egli osservò che nella prima generazione F1 tutti i discendenti  mostravano solamente uno dei due caratteri presenti nei genitori, egli definì questo carattere dominante; l'altro carattere venne chiamato recessivo.
In seguito a queste osservazioni egli formulò la sua prima legge, o legge della dominanza: dall'incrocio tra due organismi che differiscono per una coppia di caratteri si ottengono solo individui che mostrano il carattere dominante.
Successivamente Mendel incrociò tra loro questi individui ottenuti dal primo incrocio; nella seconda generazione F2 i caratteri dominanti e recessivi compaiono nel rapporto 3 : 1.
In base a queste osservazioni egli formulò la seconda legge, o legge della segregazione: ogni individuo ha coppie di fattori per ogni unità ereditaria e i membri di una coppia segregano nella formazione dei gameti.
In seguito Mendel prese in considerazione gli incroci tra individui che differivano per due o più caratteri e, incrociando tra loro gli eterozigoti della generazione F1, vide che i fenotipi dei discendenti si presentavano con un rapporto fenotipo di 9:3:3:1, in cui 9 sono gli individui con entrambi i caratteri dominanti, 3 hanno il primo carattere dominante e il secondo recessivo, 3 hanno il primo carattere recessivo e il secondo dominante e 1 presenta entrambi i caratteri recessivi.
Dopodiché formulò la terza legge o legge dell'assortimento indipendente: dall'incrocio di due eterozigoti della generazione F1 si ottiene una seconda generazione in cui i  caratteri segregano in maniera del tutto indipendente dando origine a nuove combinazioni in proporzioni definite.

FONTI : libro di biologia e Wikipedia

martedì 7 maggio 2013

LA GENETICA CLASSICA: GREGOR MENDEL

Gregor Mendel (1822-1884) è riconosciuto come il fondatore della genetica.
I suoi esperimenti condotti sulle piante di pisello, infatti, sono considerati una pietra miliare in questo settore della biologia, in cui sono state fatte importantissime scoperte nel secolo scorso e, in questi ultimi anni, si sono avuti tali progressi da aver influenzato l'intero mondo scientifico.
L'importanza del lavoro di Mendel è legata al'introduzione, nello svolgimento dei suoi esperimenti, di un rigoroso metodo scientifico; infatti effettuando fecondazioni artificiali per incrociare le piante con i caratteri da lui selezionati, Mendel utilizzò un approccio metodologico del tutto innovativo che comprendeva diverse tappe:

  • mise a punto un'ipotesi di lavoro, corredata di una serie di possibili esperimenti a sostegno di essa;
  • pianificò gli esperimenti con cura, scegliendo di studiare solamente caratteristiche ereditarie nette;
  • studiò i discendenti non solo della prima generazione , ma anche della seconda e di quelle successive;
  • con una moderna logica matematica contò il numero dei discendenti e analizzò i risultati ottenuti;
  • organizzò i suoi dati in modo tale da rendere la loro valutazione semplice e oggettiva; gli esperimenti stessi furono decritti e documentati così chiaramente che altri scienziati poterono ripeterli e controllarli per verificarne l'attendibilità.
Utilizzando le piante di pisello, egli incrociò tra loro due linee pure.
In seguito all'osservazione di ciò formulò tre leggi.

  1. LA LEGGE DELLA DOMINANZA 
  2. LA LEGGE DELLA SEGREGAZIONE
  3. LA LEGGE DELL'ASSORTIMENTO INDIPENDENTE
FONTI: libro di biologia, google immagini e Wikipedia

lunedì 6 maggio 2013

LA SINTESI PROTEICA


FONTI: youtube

IL CODICE GENETICO

L'RNA messagero viene identificato come la copia di lavoro delle istruzioni genetiche non aveva ancora risolto il problema di come queste istruzioni siano codificate nel DNA.
Le proteine contengono 20 amminoacidi differenti, ma il DNA e l'RNA contengono ciacuno solo 4 diversi nucleotidi; in qualche modo, questi nucleotidi costituivano un codice genetico per gli amminoacidi.
Un codice è un sistema di segnali o di simboli ai quali viene attribuito un significato, nel caso del codice genetico, il messaggio contenuto nel DNA deve essere decodificato per sintetizzare una determinata proteina.
La struttura primaria di ogni tipo di proteina è formata da una specifica disposizione lineare dei 20 differenti amminoacidi; analogamente, in una molecola di DNA vi sono 4 diversi nucleotidi disposti in una specifica sequenza lineare.
Se ciascun nucleotide codificasse per un amminoacido, alle quattro basi potrebbero corrispondere solo 4 amminoacidi. Se un amminoacido fosse codificato da due nucleotidi, ci sarebbe un massimo di 16 combinazioni possibili, non ancora sufficienti per codificare tutti  e venti gli amminoacidi.
Perciò, proseguendo in questo calcolo, ogni amminoacido deve essere determinato da almeno tre nucleotidi in sequenza; in questo modo si avrebbero 64 combinazioni possibili, sicuramente un numero più che sufficiente.
Ogni combinazione è costituita quindi da una sequenza  di tre nucleotidi e viene chiamata codone

RNA

L'RNA ( acido ribonucleico) è una sostanza chimicamente simile al DNA. Vi sono tre differenze principali tra l'RNA e il DNA.

  1. Nei nucleotidi dell' RNA lo zucchero è il ribosio e non il desossiribosio;
  2. l'RNA contiene, al posto della timina, una pirimidina molto simile, l'uracile (U);
  3. la maggior parte dell'RNA è composta da un filamento singolo. 
Diverse ricerche portarono a concludere che l'RNA avesse un ruolo importante nella traduzione dell'informazione genetica, ossia nel processo che "traduce" le sequenze dei segmenti di DNA nelle esatte sequenze di amminoacidi che determinano le precise strutture proteiche.
Molte ricerche si conclusero con la scoperta di tre tipi di DNA che agiscono come intermediari nei processi che portano alla sintesi nel citosol delle diverse proteine.

  • RNA messaggero
  • RNA ribosomiale
  • RNA di trasporto 

ARCHIBALD GARROD

Le ricerche effettuate per comprendere in che modo il DNA controlli le attività cellulari presero avvio da un'ipotesi elaborata per la prima volta nel 1908. In quell'anno un medico inglese, Sir Archibald
Garrod , presentò in una serie di conferenze alcune nuove teorie  riguardanti certe malattie umane che egli definiva "errori congeniti del metabolismo".
Garrod ipotizzava che alcune malattie causate dall'incapacità di svolgere particolari processi chimici potessero essere ereditarie e che tale capacità fosse dovuta a carenze enzimatiche; in questa ipotesi, che anticipava i tempi di quasi mezzo secolo, era implicita l'idea che i geni influenzassero la produzione degli enzimi.
A metà del secolo scorso i biologi cominciarono a capire che tutte le attività biochimiche della cellula dipendono da enzimi specifici.
Inoltre divenne chiaro che la specificità di diversi enzimi era dovuta anche alla loro struttura primaria, cioè la sequenza lineari degli amminoacidi presenti nella molecola proteica.

giovedì 25 aprile 2013

I CROMOSOMI DELLE CELLULE PROCARIOTE ED EUCARIOTE

Il patrimonio genetico procariote è formato da un unico cromosoma il cui diametro è di appena 2 nanometri ed è in genere circolare, cioè costituito da una sola molecola di DNA  a doppio filamento che forma un anello.
Il patrimonio genetico delle cellule eucariote ha molte caratteristiche che lo distinguono da quello presente nelle cellule procariote:

  • il genoma degli eucarioti è suddiviso in più cromosomi;
  • contiene una quantità di DNA molto più grande;
  • presenta una stretta associazione fra il DNA e diverse proteine che hanno un ruolo importante nella  struttura cromosomica;
  • contiene un gran numero di segmenti di DNA ripetuti, buona parte dei quali privi di qualsiasi apparente funzione;
  • è molto più complesso sia nell'organizzazione delle sequenze di DNA che forniscono informazioni alla cellula sia nella regolazione dell'attività enzimatica.
Nel nucleo delle cellule eucariote il DNA si trova sempre combinato con le proteine; l'insieme di DNA e proteine costituisce la cromatina.
Vi sono due tipi di cromatina: l' eucromatina , che risulta più dispersa, e l' eterocromatina , che è più condensata.
Durante il periodo di divisione cellulare, tutta la cromatina si presenta in forma più densa e compatta per consentire un più agevole movimento dei cromosomi, ma è inibito ogni tipo di trasmissione di informazioni al citoplasma.
Nella cromatina le proteine più abbondanti appartengono a una classe di piccoli polipeptidi detti istoni.
Gli istoni (basici) hanno carica positiva e perciò sono attratti dal DNA( acido) carico negativamente ; essi sono sempre presenti nella cromatina e vengono sintetizzati in grande quantità durante la fase S del ciclo cellulare.
Gli istoni sono i principali responsabili del ripiegamento e dell'avvolgimento del DNA.
Le unità fondamentali in cui viene compattata la cromatina sono i nucleosomi.

DUPLICAZIONE DEL DNA

Un'altra caratteristica fondamentale del materiale genetico è la capacità di ottenere copie esatte di se stesso; nella struttura doppia e complementare dell'elica del DNA è contenuto il meccanismo che permette questa autoriparazione.
Al momento della duplicazione dei cromosomi, la molecola si apre lungo la linea mediana come una cerniera e le basi appaiate si separano a livello dei legami a idrogeno.
A mano a mano che i due filamenti si separano, essi fungono da stampo: ciascuno dirige la sintesi di un nuovo filamento complementare che avviene grazie all'utilizzo dei nucleotidi già presenti nella cellula.
Se sul vecchio filamento è presente un nucleotide con la base azotata T, soltanto A potrà prendere il posto corrispondente sul nuovo filamento; allo stesso modo G si appaierà con C e via di seguito.
Grazie a questo principio, ogni filamento forma una copia esatta di quello a cui era appaiato originariamente e vengono prodotte alla fine due copie identiche tra loro e uguali alla molecola iniziale.
Ecco ora un video che spiega la duplicazione del DNA.


martedì 26 marzo 2013

ROSALIND FRANKLIN

Rosalind Franklin nacque a Londra da una famiglia di banchieri di origine ebraica.
A guerra finita si trasferì a Parigi per specializzarsi nella tecnica della diffrazioni ai raggi X, un metodo utilizzato anche per analizzare molecole di grandi dimensioni.
Per le sue competenze venne inviata al King's college di Londra dove erano iniziate le ricerche sul DNA.
Alla stessa ricerca lavoravano anche il biologo James Watson e il biochimico Francis Crick.
L'esperienza acquisita da Rosalind le permise di realizzare un particolare dispositivo per scattare fotografie ad alta definizione di singoli filamenti del DNA e di ottenerne una serie di immagine per diffrazione dei raggi X. Nello stesso anno, la scienziata potè così definire due caratteristiche strutturali decisive della molecole del DNA.
Il modello della struttura del DNA fu elaborato da Crick e Watson, grazie a un furto operato ai danni di Rosalind Franklin. Watson infatti si impossessò dei dati e delle immagini realizzate da Rosalind con i raggi X, provenienti dal laboratorio della scienziata e su questi fondò con il collega il celebre modello a doppia elica.
Quando i due scienziati resero noto il loro risultato, Rosalind se ne rallegrò non immaginando che quel successo fosse basato  sulla sua prova sperimentale.
Nel 1958 Rosalind si ammalò di tumore e morì, dopo aver lavorato fino all'ultimo alla spiegazione della struttura del virus.
Nel 1962 Watson e Crick ottennero il premio Nobel per la Medicina per la scoperta della struttura del DNA, ma non riconobbero il contributo di Rosalind Franklin neppure durante il loro discorso di ringraziamento.
Il fatto che i suoi dati stessero alla base del modello del DNA venne reso noto solo nel 1968.

sabato 23 marzo 2013

ALFRED D. HERSHEY e MARTHA CHASE

L'esperimento di Hershey e Chase prova definitivamente che il materiale genetico è contenuto nel DNA e non nelle proteine.
Intorno al 1940 ebbe inizio una serie di esperimenti fondamentali che utilizzavano un tipo di organismi particolarmente adatti per la sperimentazione e destinati a diventare molto importanti nel settore della ricerca; tali organismi erano i virus che aggrediscono i batteri e che per questo sono detti batteriofagi.
I batteriofegi sono chiamati anche fagi.
L'analisi chimica dei batteriofagi rivelò che essi sono costituiti quasi esclusivamente da DNA e proteine.
La questione su quale molecola costituisse i geni vitali, cioè il materiale ereditario che dirige la sintesi di nuovi virus all'interno della cellula batterica fu appunto risolta da Hershey e Chase.

Esperimento di Alfred Hershey e Martha Chase

venerdì 22 marzo 2013

ENZIMI

Questo è un breve video condiviso da cosmo blog ( blog di Alessandro Zanini).
Questo video spiega  molto bene e in modo chiaro il lavoro degli enzimi.


GEORGE WELLS BEADLE E EDWARD LAWRIE TATUM

In una serie di esperimenti in cui venivano analizzate le mutazioni indotte da raggi-X sul fungo Neurospora crassa Beadle e Tatum dimostrarono che tali mutazioni causavano delle modificazioni in particolari enzimi coinvolti nelle vie metaboliche cellulari.
Fu così che potè essere provato un collegamento diretto fra i geni e le reazioni enzimatiche, mettendo a punto la celebre ipotesi " un gene un enzima".

Ecco il link di un'animazione sull'esperimento svolto da Beadle e Tatum! 

I GENI :)

Il gene è l'unità ereditaria fondamentale degli organismi viventi.
I geni corrispondono a porzioni di codice genetico localizzate in precise posizioni all'interno della sequenza e contengono tutte le informazioni necessarie per la produzione di una proteina.
Essi sono contenuti ed organizzati all'interno dei cromosomi, presenti in tutte le cellule di un organismo.
La definizione di gene presenta diverse eccezioni a seconda che si considerino organismi procarioti o eucarioti.
Nei primi il gene è costituito esclusivamente da sequenze codificanti, negli altri anche da sequenze non codificanti.
Nel gene eucariotico la sequenza codificante si definisce esone e quella non codificante introne.

PHOEBUS LEVENE

Phoebus Levene fu un biochimici lituano che studiò lungamente il DNA e scoprì che esso contiene adenina,guanina,timina,citosina, deossiribosio ed un gruppo fosfato.
Oltre a scoprirne i componenti, Levene formulò alcune ipotesi sulla struttura del DNA che si rivelarono poi corrette.
Egli mise in luce la disposizione dei componenti secondo la frequenza ripetuta fosfato-zucchero-base, unità che chiamò per la prima volta nucleotide, ed ipotizzò che le molecole di DNA non fossero altro che filamenti composti da nucleotidi collegati fra loro attraverso i gruppi fosfato, considerati lo scheletro del DNA stesso, inoltre pensava fosse una struttura di sostegno per le proteine.


mercoledì 20 marzo 2013

CURIOSITA'

Pazzia di un 40 enne californiano che ha speso più di 40 mila euro per farsi leggere il DNA e sapere come morirà!!
Ecco il link!! :)

I NUCLEOTIDI

I nucleotidi costituiscono il DNA.
Ogni nucleotidi è composto da una base azotata, da uno zucchero a 5 atomi di carbonio chiamato desossiribosio e da un gruppo fosfato.
Vi sono due tipi di basi azotate: le purine, che presentano una struttura a due anelli , e le pirimidine che hanno un solo anello.
Nel DNA vi sono due tipi di purine, l'adenina e la guanina, e due tipi di pimiridine, la citosina e la timina.
Pertanto, il DNA è costituito da quattro tipi di nucleotidi che differiscono soltanto per il tipo di purina o di pirimidina.
Nel 1943, dopo quasi dieci anni di analisi chimiche e numerosi esperimenti condotti sui batteri, il medico canadese Oswald T. Avery e i suoi collaboratori erano arrivati a stabilire che fosse il DNA, e non le proteine , il materiale genetico della cellula, ma fu necessario molto tempo prima che questa scoperta  fosse pienamente riconosciuta.
Ciò accadde in parte perchè i batteri, in quanto procarioti, erano considerati organismi inferiori e un po' speciali, e in parte perchè la molecola del DNA, costituita solamente da quattro diversi nucleotidi, sembrava essere troppo semplice per il compito enormemente complesso di portare l'informazione
ereditaria.

FRIEDRICH MIESCHER

Il DNA venne isolato per la prima volta dal medico tedesco Friedrich Miescher nel 1869.
La sostanza isolata da Miescher era bianca,zuccherina, leggermente acida e contenente fosforo e, poichè era stata trovata soltanto nei nuclei delle cellule, venne chiamata acido nucleico.
Il nome fu in seguito modificato in acido desossiribonucleico per distinguere questa sostanza da una simile l'acido ribonucleico (RNA).
Grazie a diversi esperimenti condotti agli inizi del secolo scorso, era anche noto che il DNA è costituito da nucleotidi. 

IL DNA: IL CODICE DELLA VITA

Le prime analisi chimiche del materiale ereditario rivelarono che il cromosoma eucariote è costituito sia da acido desossiribonucleico ( DNA) sia da proteine e che queste sostanze erano presenti nei cromosomi in quantità più o meno uguali; entrambi questi tipi di molecole, perciò, avrebbero potuto avere il ruolo di materiale genetico.
Tuttavia, le proteine sembravano rappresentare la soluzione più probabile grazie alla loro maggior complessità chimica; esse, infatti, sono polimeri di amminoacidi presenti nelle cellule in 20 tipi diversi.
Il DNA , invece, è un polimero formato solamente da quattro diversi tipi di nucleoidi.
Gli studiosi di biologia fecero subito notare che gli amminoacidi potevano disporsi in moltissimi modi diversi.
Molti studiosi ritenevano quindi che i geni fossero di natura proteica e che i cromosomi contenessero gli stampi dai quali venivano copiate tutte le proteine necessarie per la cellula, ma poi questa ipotesi si dimostrò errata.

venerdì 15 marzo 2013

LA CELLULA E LA VITA :)

Un giorno un bimbo venne alla luce
grazie a una cellula che velocemente si riproduce.
La cellula eucariote era chiamata
e in 4 parti si era separata.
La meiosi di 5 parti si compone
e dei cromatidi avviene l'unione.
Il cromosoma così era chiamato
e ogni uomo da ciò è caratterizzato.
23 cromosomi da mamma e 23 da papà
maschio o femmina che sarà??
9 mesi dovranno aspettare
per il loro bimbo incontrare.
Un nome gli sarà dato
e nella vita sarà molto fortunato.
Per il semplice fatto che è al mondo
potrà iniziare un cammino secondo.
Qualche volta sarà dura
e avrà qualche disavventura,
mamma e papà lo criticheranno
ma sempre lo sosterranno.
Non così sempre sarà
anzi la vita ci sorprenderà
ma come finirà non si sa
e chi vivrà, vedrà!
questa poesia è ormai conclusa
un pò  alla rinfusa
ma finiamola così
con qualcosa di profondo
la vita è la cosa più bella del mondo!!!

                                                                                  Giulia Giannini

martedì 12 marzo 2013

MEIOSI DANCE! :D

Un video divertente sulla meiosi la meiosis square dancing!

LA MEIOSI

La meiosi è un processo di divisione mediante il quale una cellula eucariota con corredo cromosomico diploide dà origine a 4 cellule con corredo cromosomico aploide.
Ovvero da una cellula madre si formano quattro cellule figlie,tutte diverse fra loro.


ARRIVA BIOLOGIA!!!

Nelle ultime settimane messa da parte la verifica di chimica abbiamo iniziato biologia.
Per prima cosa abbiamo parlato di mitosi e meiosi.

LA MITOSI

La mitosi è la riproduzione per divisione equazionale della cellula eucariote. La mitosi è molto simile alla meiosi, si distinguono dal fatto che la mitosi forma 2 cellule diploidi con lo stesso numero di cromosomi della cellula madre, invece nella meiosi si formano 4 cellule aploidi con il corredo cromosomico dimezzato.

La mitosi si divide in varie fasi chiamate:

  • profase
  • metafase
  • anafase
  • telofase
eccola!!! una piccola rappresentazione virtuale della mitosi.


la mitosi e i cromosomi spiegato ai bambini!!! ( eplorando il corpo umano)

martedì 5 marzo 2013

OSSOACIDI ( OSSIACIDI)


Si tratta di composti ternari, la cui molecola è formata da idrogeno, non-metallo,ossigeno.

NOMENCLATURA IUPAC : conoscendo la formula di un ossoacido la sua denominazione è : acido seguito dalla radice del non-metallo con suffisso -ico.
I prefissi monosso-, diosso- , triosso- ecc. precisano gli atomi di ossigeno presenti.

NOMENCLATURA TRADIZIONALE : poichè gli ossoacidi si ottengono dalle anidridi per aggiunta di acqua, il nome rispecchia quello della corrispondente anidride.
Ma : -osa diventa -oso / e -ica diventa -ico

IDROSSIDI

Sono composti ternari, la cui molecola è formata da : metallo, ossigeno, idrogeno.

NOMENCLATURA IUPAC : si forma con idrossido di.. seguito dal nome del metallo.
Se nella formula vi sono più gruppi OH si ricorre ai prefissi di-, tri-, tetra- ecc.

NOMENCLATURA TRADIZIONALE : si forma con idrossido di... o idrato di.... seguito dal nome del metallo.

COMPOSTI CHE CONTENGONO OSSIGENO

Questi composti possono essere raggruppati in tre classi principali: ossidi, idrossidi, ossoacidi.

OSSIDI
Sono composti binari contenenti ossigeno.

NOMENCLATURA  IUPAC : conoscendo la formula, si usa l'espressione ossido di... seguito dal nome dell'elemento associato all'ossigeno.
Anche in questo caso si ricorre ai prefissi: mono- , di-, tri-, tetra- ecc. per indicare il numero degli atomi presenti nella formula.

ESEMPIO : CO : monossido di carbonio

NOMENCLATURA TRADIZIONALE : esistono tre classi di ossidi: ossidi basici, perossidi , ossidi acidi ( o anidridi).

OSSIDI BASICI  : sono formati da metallo e ossigeno.

OSSIDI ACIDI ( O ANIDRIDI) :   sono formati da non-metallo e ossigeno.
- se il non-metallo ha un solo N.O. l'anidride assume il suffisso -ica. 
- se il non metallo ha due N.O. l'anidride assume il suffisso -osa oppure -ica.
- se i N.O. sono più di due si adotta il prefisso ipo- nel caso del N.O. minimo e il prefisso per- nel caso del N.O. massimo.

I COMPOSTI SENZA OSSIGENO

Sono composti binari, formati cioè da due diversi elementi, tra i quali non compare l'ossigeno.

NOMENCLATURA IUPAC
NOME : conoscendo la formula ,il nome del composto assume il suffisso -uro applicato all'elemento che si trova a destra nella formula. Segue la particella  "di" e il nome dell'altro elemento. Si usano i prefissi : di- , tri- , tetra-, ecc. per indicare il numero degli atomi presenti nella formula.

ESEMPIO : CaCl2 : dicloruro di calcio

NOMENCLATURA TRADIZIONALE
La nomenclatura tradizionale suddivide questo tipo di composti in tre classi: idruri, idracidi,sali di idracidi.
Quando nella formula compare un metallo con due N.O. esso assume il suffisso -oso per il N.O. inferiore e -ico per quello superiore.

  • IDRURI: sono composti da un metallo e idrogeno. Negli idruri l'idrogeno ha N.O. -1.
ESEMPIO : NaH : idruro di sodio
  • IDRACIDI : sono composti da idrogeno e un non-metallo. il nome è: acido seguito dalla radice del non-metallo con suffisso -idrico.   
  • SALI DI IDARCIDI :  sono composti da metallo e non-metallo. Il nome del sale ha suffisso -uro applicato alla radice del non-metallo, seguito dalla particella "di" e dal nome del metallo.                                                                                                                                                                                 

LA NOMENCLATURA

E' molto complesso tentare di classificare l'enorme moltitudine di composti chimici esistenti.
Un tempo erano molto in uso nomi che nulla avevano a che fare con la composizione chimica dei composti e che nel loro complesso costituiscono la cosiddetta nomenclatura corrente.
Attualmente esistono due tipi di nomenclatura che spesso si alternano nell'uso: nomenclatura tradizionale e nomenclatura IUPAC.


  • Nomenclatura razionale IUPAC: essa rispecchia fedelmente la formula, cioè la composizione chimica dei composti, mettendo in evidenza gli atomi.
  • Nomenclatura tradizionale : essa è precedente alla IUPAC e si basa sulla distinzione degli elementi in metalli e non-metalli.

giovedì 24 gennaio 2013

NUMERO DI OSSIDAZIONE

Studiando i vari tipi di legami chimici tra atomi, ci siamo resi conto che essi si stabiliscono grazie agli spostamenti degli elettroni presenti negli orbitali esterni.
Per comprendere meglio è molto utile il concetto di numero di ossidazione (N.O.) o stox ( stato di ossidazione)  

Il numero di ossidazione di un atomo in un composto corrispondente alla carica fittizia che l'atomo assumerebbe se gli elettroni di legame fossero assegnati all'atomo più elettronegativo.

Naturalmente ci sono sempre delle regole da seguire:

  • il numero di ossidazione di una sostanza allo stato elementare è zero, indipendentemente dalla sua complessità
  • il numero di ossidazione di un elemento allo stato di ione coincide con la carica dello ione 
  • il numero di ossidazione delle molecole nel loro complesso è zero. Ciò significa che la somma algebrica dei N.O. degli atomi componenti, tenendo conto dei loro indici, deve essere nulla
  • la somma dei numeri di ossidazione di uno ione poliatomico è uguale alla carica effettiva dello ione
Per capire meglio come funziona ecco un giochino per imparare!

http://www2.stetson.edu/mahjongchem/




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